giovedì 26 settembre 2013

La chiamavano " Campania Felix"


domenica 2 settembre 2012

UN TRANQUILLO SABATO SOTTO CULTURALE....


pubblicata
da Anima Candida
domenica 2 ottobre
2011 alle ore 3.17.

EBBENE SI! MI SONO
SVEGLIATA A CAUSA
DEL RUMORE: un chiasso assordante che penetra anche attraverso i doppi vetri anti-rumore e anti- proiettile che mi sono fatta istallare per proteggere il mio sonno di vecchietta.
Ma, come sempre quando non piove e non ci sono temporali, non sono stati sufficienti ....e il sonno si e' interrotto. Ancora adesso ... a quest'ora, sento le urla e gli schiamazzi di giovinastri alticci ..o addirittura "fatti".



QUI SI PUO ANDARE A DORMIRE ALLE OTTO DI SERA, MA POI CI SI SVEGLIA DI BOTTO.....AD OGNI AZIONE ,AD OGNI GOAL,AD OGNI RIGORE.Non mi chiedete di che partita si e' trattato: non lo so e non lo voglio sapere: se c'e una cosa che per principio, in tutta la mia vita, ho rifiutato di approfondire e' quella delle partite di calcio.
Invece sono costretta da piu' di cinquanta anni a subire l'assalto rumoroso , fastidioso e inconcludente di giovinastri scapestrati e disoccupati che vengono a spadroneggiare per le vie del centro ... a tarda notte....forniti di motorini truccati ... senza il minimo rispetto per la gente che abita nei palazzi della zona,
magari improvvisando anche gincane a tutto gas....e i locali fanno buoni affari vendendo fiumi di birra, vino e altre inutili e dannose bibite alcoliche .

SOLO ALLE TRE DI NOTTE POSSO DECIDERE DI ANDARE A DORMIRE, QUANDO SENTO LE SUPER MOTO ACCESSIORATISSIME DEI GESTORI DEI LOCALI, CHE ,FINALMENTE, SE NE VANNO SGOMMANDO RUMOROSAMENTE PER LE VIE DEL CENTRO.
IO SARO' ANCHE UNA VECCHIA PURITANA BORGHESE, MA, CERTO, QUESTA GIOVENTU' ANALFABETA E SENZA IDEALI (...CHE NON SIANO I LORO BENAMATI CALCIATORI) A ME, FA DECISAMENTE PENA!

Forse faccio di ogni erba un fascio, ma il loro modo di passare il sabato sera e notte non solo non mi piace e non lo capisco, ma non riesco neanche a giustificarlo.

SI ROVINANO LA VITA .. BEVENDO E SCHIAMAZZANDO PER LA STRADA ... TRA MONTAGNE DI SPAZZATURA .. AVANZI GETTATI IN TERRA ..RIFIUTI VARI ... ABBANDONATI DOVE CAPITA.

E magari... per scacciare questa immagine così incivile.. mi viene da pensare a simpatico e educato spazzino che mi saluta ogni mattina :corretto..cortese e per bene ....che... da poco... ha festeggiato i 25 anni di matrimonio andando per una settimana a New York con la moglie .... e che ci ha anche fatto il piacere di portarci da lì un oggetto che gli avevamo chiesto.

VORREI VEDERE QUANTI DI QUESTI SBANDATI NOTTAMBULI SARANNO IN GRADO DI FESTEGGIARE IN MODO SEMPLICE E CIVILE... IL LORO VENTICINQUESIMO ANNIVERSARIO DI MATRIMONIO.





A Rosalba Senza Premier Lussi, Alessandro Poletti, Cosimo Aceto e altri 2 piace questo elemento.

Antonio Rispoli:
A 18 ani anche io ero uno "sbandato nottambulo", andavo allo stadio e facevo casino. Si tratta di vedere se sono persone che crescono o no

Daniela Bernardini:
come sappiano l'arroganza sta crescendo a dismisura..

Mara Verzilli:
Cara Laura, bella nota, hai evidenziato, un problena, che non và assolutamente sottovalutato, che è stato il pricipale motivo, per cui ho scelto di trasferirmi, da una metro-poli come Roma.. a un paesello, di poco più di un metro quadro :-)
Roma è, infatti, la città italiana dove la concentrazione dei rumori è più alta, superiore perfino a Napoli (città notoriamente chiassosa) e a Milano.
Inquinamento, rumori, stress da traffico. Vivere in città diventa sempre più difficile. La gente è sottoposta a tutta una serie di "aggressioni" che ne alterano il comportamento e ne compromettono la salute.
Antichi equilibri psico-fisici saltano e vanno in fumo.
Conseguirne di nuovi è difficile senza subire scompensi profondi; oltre certi livelli non è possibile andare: le capacità di adattamento degli esseri umani sono notevoli, ma non infinite e comunque esigono un prezzo.
I fattori che contano sono molti: da quelli collegati allo sviluppo caotico della città... all'aumento incontrollato della popolazione urbana, il processo di motorizzazione intensiva in atto è insieme la causa e l'effetto dei mali che affliggono le nostre città.

L'organismo umano,insomma, è sottoposto a continue sollecitazioni, che possono produrre, come spesso avviene, astenia, depressioni, stati di ansia, irritabilità, modificazioni dell'umore, psicosi reattive.
Ovviamente, tutto questo non può non ripercuotersi sul comportamento dei singoli nell'ambiente di lavoro, nell'ambito della famiglia, nei rapporti umani.

Spesso, per un nonnulla, si hanno reazioni spropositate a fatti accidentali, a volte, la tensione produce dei veri e propri raptus omicidi ed esplode in fatti gravissimi, di una tragicità apparentemente ... assurda e incomprensibile, che pure può essere fatta risalire a cause precise anche se difficilmente individuabili.

Per fortuna, non tanto sua, ma degli eventuali malcapitati che dovessero transitare nelle sue vicinanze.....la nostra dolce e mite Laura, è famosa per la sua capacità di controllare il proprio istinti omicida!

... VERO VESUVIETTO?

Cosimo Aceto:
Mara hai ragione, io ho abitato circa 3 anni a Roma: c'è un rumore continuo e un caos...micidiale!

Mara Verzilli:
Ciao @Cosimo, quello che mi preoccupa principalmente, è l'inquinamento mentale! Diversi studiosi hanno dimostrato, attraverso vari esperimenti, che a un dato ambiente, corrispondono determinati stimoli e che questi influenzano lo sviluppo delle dimensioni dei neuroni, le cellule nervose del cervello e del complesso grigio del tessuto cerebrale.
Il rapporto fra ambiente e sostanza vivente si traduce, sostanzialmente, in fatti organici, in modificazioni biochimiche condizionanti, trasmissibili di generazione in generazione.
D'altronde,non si tratta di novità.
Infatti,cir ca 2.500 anni or sono, Ippocrate annotava: "Troverai che per lo più... alla natura dei luoghi ...si improntano sia gli aspetti che le caratteristiche degli uomini".
Preso atto di tutto questo, non c'è che una conclusione da trarre: è necessario e urgente cambiare il modo di vivere degli uomini, perchè i mezzi di distruzione non consistono soltanto nella bomba atomica e se , per esempio ..dovesse esplodere quel vesuvietto di Laura ......non ci sarà rifugio atomico adeguato! :-D

Elena Biavaski:
ahahahah !!! Mi piace questa tua disquisizione : onestamente non me la aspettavo anche perche' facebook.....non mi aveva avvertito dei vostri commenti....che mi erano sfuggiti. Cavolo! Diventa ogni giorno piu' difficle usare questa piattaforma: e meno male che io sono riuscita a capire parecchi trucchetti per rimanere in contatto con amici e interessanti.
Mara ....adesso, la metto da qualche parte, cercando di correggere alcuni errori di battitura.

Mara Verzilli: Il problema dell'inquinamento acustico è molto serio,i rumori colpiscono in maniera molto pesante il nostro sistema nervoso.
Le vibrazioni acustiche si trasmettono attraverso l'aria, senza la quale non avrebbero modo di giungere al nostro orecchio; questo le trasmette al cervello, dove tali vibrazioni vengono percepite; quest'ultimo, a sua volta,reagisce favorevolmente, nel caso dei suoni e sfavorevolmente, nel caso dei rumori.
Evidentemente,entro determinati limiti di tempo e d' intensità, il nostro sistema nervoso ha una certa capacità di adattamento ai rumori.
Tuttavia,a lungo andare, tale capacità si esaurisce, ed è questo un primo grave danno che i rumori possono provocare.
A parte,dunque, i casi di squilibrio repentino del sistema nervoso per colpa di un rumore improvviso,è evidente che, se il rumore troppo intenso o troppo subitaneo non è soltanto occasionale ma si ripete con persistenza, allora non si tratta piú di un semplice fastidio o di una momentanea sofferenza, bensì di un vero e proprio danno, in primo luogo, dell'apparato uditivo, come dimostrano le cifre d'abbassamento di udito o di completa sordità che si rilevano nelle attività professionali rumorose.
L'azione dannosa dei rumori sullo stato psichico viene risentita in misura maggiore dai bambini,dagli anziani e dagli ammalati in genere e da coloro che sono,in particolare,"deboli di nervi"

Il rumore,soprattutto quando vi si associ il caldo soffocante,impone al sistema nervoso uno stato di tensione che prima o poi conduce al mutamento di carattere,alle varie forme di irritabilità,di nervosismo, di nevrastia,fino alle autentiche psicosi. Il rumore diminuisce la capacità di attenzione e,quindi,aumenta lo sforzo necessario per concentrarsi.
Come dimostrato scentificamente anche quando dormiamo,il nostro cervello rimane,almeno in parte,vigile e registra suoni e rumori,provocando reazioni che, per rumori di una certa intensità,possono determinare il risveglio.

‎@Laura @Cosimo concludo (e non pensate: "era ora!") perchè leggo il pensiero! :-D ) scrivendo che i danni "a distanza" sui vari apparati e sistemi del nostro corpo, si verificano, attraverso il disordine generato, in un primo tempo,d ai rumori nelle funzioni cerebrali, in seguito al quale, appunto,influssi disordinati giungono attraverso i nervi di vari organi, turbandone così la normale attività.
È in tal modo che si possono verificare diminuzioni o aumenti della pressione arteriosa, alterazioni del ritmo cardiaco,irregolarità nelle secrezioni ghiandolari e nelle contrazioni e decontrazioni delle strutture muscolari dei visceri.
Tutto ciò può condurre a deperimento,malessere,inappetenza,spasmi dolorosi, nausee,vomito, dimagrimento, disturbi intestinali, e via dicendo...

Cara Laura,tutto ciò basta per convincerti a fare le valigie e venire a vivere da me o no?:-D

Insomma,il problema del rumore non va preso alla leggera.
Dobbiamo pensarci e difenderci in tempo,per noi e per i nostri figli e nipoti,da questa "civiltà dei rumori",ricordando sempre, per non farvi travolgere,la preziosa massima di Benson,che scrisse:"
L'uomo moderno,che reputa di realizzare una delle sue più clamorose affermazioni provocando ogni genere di frastuoni,non ha ancora capito che sarebbe maggior prova di civiltà quella di saper evitare tutti i rumori inutili"
Quindi "Cesare" taci, tacci tua!


laura pucchetti:
LA RISPOSTA... CARA MARA... STA NEL DIVENTARE SORDI PRESTO....
purtoppo ....io alla mia verde eta' ...ci sento ancora troppo.

domenica 25 dicembre 2011

venerdì 23 dicembre 2011


Achille Conforti
C’è chi legge Mussolini e chi Rigoni Stern. Ognuno, nel corso della propria vita, rilegge gli autori che trova più affini. Chi i diari di Mussolini e chi invece, come me, Mario Rigoni Stern. Cari Compagni, sì, compagni, perché è un nome bello e antico che non dobbiamo lasciare in disuso; deriva dal latino cum panis che accomuna coloro che mangiano lo stesso pane. Coloro che lo fanno condividono anche l’esistenza con tutto quello che comporta: gioia, lavoro, lotta e anche sofferenze. E’ molto più bello Compagni che Camerata come si nominano coloro che frequentano lo stesso luogo per dormire, e anche di Commilitone che sono i compagni d’arme. Ecco, noi della resistenza siamo Compagni perché abbiamo diviso il pane quando si aveva fame ma anche, insieme, vissuto il pane della libertà che è il più difficile da conquistare e mantenere. Oggi che, come diceva Primo Levi, abbiamo una casa calda e il ventre sazio, ci sembra di aver risolto il problema dell’esistere e ci sediamo a sonnecchiare davanti alla televisione. All’erta Compagni! Non è il tempo di riprendere in mano un’arma ma di non disarmare il cervello sì, e l’arma della ragione è più difficile da usare che non la violenza. Meditiamo su quello che è stato e non lasciamoci lusingare da una civiltà che propone per tutti autoveicoli sempre più belli e ragazze sempre più svestite. Altri sono i problemi della nostra società: la pace, certo, ma anche un lavoro per tutti, la libertà di accedere allo studio, una vecchiaia serena; non solo egoisticamente per noi, ma anche per tutti i cittadini. Così nei diritti fondamentali della nostra Costituzione nata dalla Resistenza.” Così scriveva ai Compagni dell’Anpi, Mario Rigoni Stern. Era il 2007. (Pino Petruzzelli)—

domenica 18 dicembre 2011

MODELLO TEDESCO E PRECARIETA' ITALIANA.

pubblicata da Minin Ladi
il giorno lunedì 19 dicembre 2011
Negli ultimi tempi il modello tedesco è tornato al centro del dibattito pubblico. Una delle sue caratteristiche fondamentali è la codeterminazione nelle imprese con un numero superiore a 500 addetti, che prevede una rappresentanza paritetica dei lavoratori nell’organo in cui si prendono decisioni strategiche e si scelgono i manager che le eseguono. La codeterminazione ha indubbiamente favorito le caratteristiche positive cui si fa spesso riferimento nel dibattito italiano. E ha anche aperto la strada a una flessibilità, sia microeconomica sia macroeconomica, che ha caratteristiche ben diverse da quella, a nostro giudizio iniqua e inefficace, perseguita dal governo Berlusconi, che viene al momento richiesta da Fiat e che trova un sorprendente appoggio persino in una parte del Partito democratico.

A livello microeconomico, il modello tedesco ha permesso di creare una divisione del lavoro e delle specializzazioni condivisa dalle imprese e dal sistema di formazione pubblico. Datori di lavoro e sindacati hanno insieme creato mercati per lavori specializzati accettando una loro standardizzazione nelle diverse imprese. Essi sono stati ben coscienti del fatto che un mercato per lavori qualificati non è il prodotto spontaneo di una economia incontrollata; esso richiede non solo coordinamento ma anche un’adeguata supervisione da parte delle organizzazioni dei lavoratori e degli imprenditori.

A ogni impresa potrebbe convenire far fare ai suoi addetti lavori meno qualificati, se le altre imprese continuassero a offrire lo stesso livello di qualificazione da cui attingere in caso di maggior fabbisogno di competenze di livello elevato. Tuttavia, se tutti si comportano così, l’esito finale è la distruzione del mercato per il lavoro qualificato. Le organizzazioni centralizzate non sono dunque necessariamente un ostacolo alla flessibilità di mercato. Se seguono opportune politiche e vocazioni istituzionali, possono costituire anzi uno strumento indispensabile per il suo sviluppo.

A livello macroeconomico, la flessibilità del modello tedesco è tanto efficace da costituire, se non imitato anche dagli altri paesi, un serio problema per la moneta comune. Nell’area dell’euro, il riallineamento della competitività tra le economie è interamente demandato alla flessibilità di prezzi e salari, ma in una economia moderna basata su conoscenze e competenze specifiche tale flessibilità difficilmente può essere ottenuta come effetto della concorrenza tra lavoratori senza che si produca un impoverimento dello stock di competenze e specializzazioni.

Insistere su questo tipo di flessibilità genera un mercato del lavoro duale che oltre a essere ingiusto per la fascia più debole (spesso, ma non solo, giovani e donne) produce insieme scarsa produttività e disoccupazione.

Nel sistema tedesco la flessibilità è garantita, invece, da organizzazioni centralizzate di datori di lavoro e lavoratori; queste, mentre mantengono la crescita dei salari al di sotto della crescita della produttività, svolgono anche politiche inclusive, come la settimana corta, che in caso di necessità permettono una condivisione delle difficoltà.

Grazie al suo sistema di cooperazione e codeterminazione, la Germania ha accumulato un surplus commerciale cui non può non corrispondere un deficit degli altri paesi. In questo senso alla Germania si può rimproverare di avere sfruttato a proprio vantaggio, senza curarsi delle conseguenze per l’economia europea nel suo insieme, un sistema di relazioni industriali assente in altri paesi, come ad esempio l’Italia.

Sono dunque opportune le pressioni di chi vorrebbe che essa attuasse politiche più espansive e facesse la sua parte per risolvere il problema degli squilibri commerciali che ha contribuito a creare.

Al tempo stesso, stupisce che nel nostro paese ci sia chi continua a far riferimento a fallimentari ricette basate sull’indebolimento dei diritti dei lavoratori invece di prendere a esempio un modello che, oltre a essere più equo e vicino alle nostre tradizioni culturali, ci sta facendo sentire tutto il peso della sua notevole efficienza.

Modello tedesco e precarietà italiana
di Ugo Pagano | 12 dicembre 2011 | economia




Minin Ladi Dal testo:

"Una delle sue caratteristiche fondamentali è la codeterminazione nelle imprese con un numero superiore a 500 addetti, che prevede una rappresentanza paritetica dei lavoratori nell’organo in cui si prendono decisioni strategiche ...e si scelgono i manager che le eseguono.
La codeterminazione ha indubbiamente favorito le caratteristiche positive cui si fa spesso riferimento nel dibattito italiano. E ha anche aperto la strada a una flessibilità, sia microeconomica sia macroeconomica, che ha caratteristiche ben diverse da quella, a nostro giudizio iniqua e inefficace, perseguita dal governo Berlusconi, che viene al momento richiesta da Fiat e che trova un sorprendente appoggio persino in una parte del Partito democratico".

mercoledì 7 dicembre 2011

ABBIAMO IMMAGINATO UN MONDO.............

CHI CRITICA DEVE SPIEGARNE LE RAGIONI


Aldo Di Vita

Noi dell’Italia dei Valori siamo sempre andati per la nostra strada a testa alta, ma non abbiamo mai pensato di andarci da soli. Da soli si conquista qualche voto in più ma si hanno meno possibilità di cambiare le cose, e per noi quello è l’importante.
Per questo io voglio spiegarla di nuovo, la nostra strada, e chiedo a chi ci critica di spiegare in cosa avremmo torto.
Magari si scopre che le nostre strade non sono così diverse.

Abbiamo votato la fiducia chiarendo subito che non poteva essere a scatola chiusa. Quando ci va di mezzo la vita di milioni di persone non si vota proprio niente a scatola chiusa. Noi la pensiamo così e credo che nessuno possa sostenere il contrario.
Abbiamo applaudito Mario Monti quando ha detto che voleva fare una manovra rigorosa e insieme equa. Quella che ha proposto 17 giorni dopo è rigorosa ma non equa. Per raggiungere l’obiettivo che lui stesso si era dato, riteniamo che sia necessario modificarla.

Se fosse impossibile far quadrare i conti in altro modo, ce ne staremmo zitti. Ma non è così. Chi ci critica deve saper dire perché è giusto mandare in pensione tanta povera gente con sei anni di ritardo e invece non sarebbe giusto rinunciare all’acquisto di 131 aerei da guerra che ci costano 18 miliardi di euro.
Deve spiegare perché va bene rimettere l’Ici sulla prima casa anche per chi ha solo quella casa e non è giusto invece far pagare le tasse alla Chiesa per gli immobili che adopera non a scopo di culto, ma per fini commerciali.



MUSICA PER IL NUOVO POPOLO