
Cagliari,
20 agosto 2010
Non voglio, davvero,
miscelare opinioni
o prese di posizione
su ciò che è stato
per questo paese
Francesco Cossiga.
Non voglio perché non ne ho la forza ne' la voglia e lo ritengo, in ogni caso, un passaggio inutile, fuori luogo e fuori tempo. Ho, insomma, la fortuna di non dover stare sulla "notizia" a tutti i costi e quindi, mi posso permettere di entrare, in maniera quasi indolore, nei labirinti oscuri dei modi di presentare le cose in queste paese e chiarire una volta per tutte alcuni modi di dire e di categorizzare le identità.
In Sardegna c'è sempre stata, da tempo, una discussione sulla sardita' che, ancora oggi, sinceramente, non sono riuscito a comprendere del tutto cosa sia realmente. La cosa più luminosa e' che sono molti gli intellettuali a misurarsi con quell'essere sardo che è , almeno credo, un piccolo biglietto da visita da presentare ogni volta che noi sardi varchiamo il "continente". Ecco, trovo tutto questo "bislacco" e, sinceramente ampiamente superato.
Ricordo, alla fine degli anni 70, quando dalle altre parti c'erano gli indiani metropolitani, i movimenti alternativi, che un mio compagno di scuola aveva deciso di fare la rivoluzione sarda.
Dobbiamo essere indipendenti, diceva che, detta così, mi trovava anche d'accordo, ma la cosa stupefacente è che il ragazzo fumava Marlboro, vestiva Lacoste e girava in Harley Davidson.
Divenne prima socialista e oggi bazzica nel ventre molle del Pdl. Per dire. Di Cossiga tutti hanno evidenziato la sua " sardita', il suo orgoglio di essere sardo, di amare la pattedese e su ballu tundu e la Brigata Sassari.
Ebbene, quasi con lo stesso orgoglio voglio rivendicare che io non amo questo genere di sardita', non mi è mai piaciuto un allora Presidente del Consiglio che si imbarca per l'America con una sciarpa bianca, la stessa, diceva Cossiga, che portava anche De Gasperi.
Non mi è mai piaciuto chi si e' nascosto dietro false verità, chi era consapevole che la trattativa per salvare Moro c'era ma non fu scelta, chi non spiegò agli italiani alcuni “segreti” delle stragi di Ustica e di Bologna.
Non amo essere considerato "sardo a prescindere" perché - lo dico e lo ribadisco da idealista, da intellettuale, da scrittore, da polemista - che io non ho niente a che fare con il sardo Flavio Carboni, con Armandino Corona, con Cappellacci, con Oppi, con Floris, con Giagu De Martino, con i rapitori di Fabrizio De Andre'.
Non mi sono mai piaciuti questi signori.
Mai.

E la loro sardita' non e' la mia.
Non può esserlo.
E non e' neppure la sardita' che mi lega a Francesco Cossiga.
Che riposi in pace ma con la consapevolezza e l'orgoglio che noi, anche se siamo nati nella stessa terra, non siamo uguali.
Non potevamo e non potremmo mai esserlo.

--------
-------
-------
Vi regalo, in assoluta
anteprima, una delle
interviste che appare
nella seconda edizione
del libro:
"la zona grigia,cronaca di un sequestro di persona".
La dedico a chi crede nella ricerca della verità,
ma anche a chi sa nutrire i giusti dubbi.
La regalo,inoltre, a tutti i lettori della prima
edizione che non saranno costretti, così, ad
acquistare la seconda. Spero, invece nella
curiosità degli altri che vorranno acquistare
il libro da settembre in tutte le librerie.
Buona lettura.
http://www.facebook.com/note.php?note_id=10150229429005290&ref=notif¬if_t=note_tag#!/note.php?note_id=10150218424330290
http://www.facebook.com/note.php?note_id=10150218424330290
Leggi i commenti sul blog: http://www.giampaolocassitta.it/1/blog_509629.html# e, se vuoi puoi intervenire.