sabato 16 aprile 2011

L’Umanità


VITTORIO ARRIGONI

..OPERATORE DI PACE

Biografia:
Nato da una famiglia di origini antifasciste, Arrigoni era noto soprattutto per la sua attività in sostegno della causa palestinese e in particolare contro l'assedio condotto dallo Stato di Israele verso la popolazione della Striscia di Gaza, criticava duramente la politica autoritaria e teocratica di Hamas nell'amministrazione della Striscia e quella di Fatah in Cisgiordania, considerata nei fatti collaborazionista con Israele.

Membro dell'ong International Solidarity Movement, dal 2008 si era trasferito a Gaza da dove diffondeva informazioni sulle condizioni dei palestinesi della Striscia.

Nel 2008 è stato ferito e incarcerato dall'Esercito israeliano per aver difeso 15 pescatori palestinesi che pescavano in acque internazionali.

Collaboratore di Radio Popolare e reporter per il quotidiano Il manifesto, con la stessa casa editrice ha pubblicato nel 2009 il libro " Restiamo umani" , raccolta dei suoi reportage da Gaza, tradotto anche in inglese (con un'introduzione dello storico israeliano Ilan Pappé, spagnolo e tedesco.


Durante l'Operazione Piombo fuso, ha ottenuto notorietà internazionale poiché il suo blog Guerrilla Radio era l'unica fonte occidentale a informare da Gaza in un momento in cui nessun giornalista professionista aveva accesso alla Striscia.
Il sito di Arrigoni divenne per varie settimane uno dei blog più citati e letti in Italia.

Il 12 ottobre 2010 ha pubblicato un video di risposta a Roberto Saviano, dopo la partecipazione dello scrittore a una manifestazione pro-Israele.

Il 4 gennaio 2011 ha ripubblicato sul proprio blog il manifesto dei giovani di Gaza Gaza Youth Breaks Out in segno di protesta e a favore della loro rivendicazione di libertà sia dall'occupazione israeliana sia dall'oppressivo regime di Hamas.[10] Nelle ultime settimane della sua vita Arrigoni ha preso posizione a favore delle rivoluzioni del 2011 in corso in diversi Paesi arabi.

Rapimento e morte[modifica]Dopo aver ricevuto varie minacce di morte, il 14 aprile 2011 è stato rapito da un gruppo terrorista salafita attivo nella striscia di Gaza chiamato Tawhid wal-Jihad.
Un video immediatamento pubblicato su YouTube dai rapitori mostrava Arrigoni bendato e legato, accusava l'Italia di essere uno «stato infedele» e l'attivista di essere entrato a Gaza «per diffondere la corruzione», e ne minacciava l'uccisione a meno della liberazione, da parte di Hamas entro il pomeriggio del giorno successivo, del loro leader Hesham al-Sa'eedni e di altri militanti jihadisti detenuti nelle carceri palestinesi


Secondo le Brigate Ezzedin al-Qassam che hanno ritrovato il corpo senza vita dopo un blitz, Arrigoni sarebbe morto soffocato da un sacchetto di plastica, nella notte tra il 14 e il 15 aprile.

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Il più onesto, ieri mi ha chiesto: “Chi è Vittorio Arrigoni?”
io, poi, presa da un momento complicato della vita spicciola non ho potuto rispondere, ma son sicura che ora sa.
Il più disonesto, non ha posto l’altra domanda: “Cos’è Gaza?”
C’è da sperare che grazie a chi oggi dichiara il dolore per la perdita di un uomo – semplicemente un uomo – giusto, libero e coerente, magari l’altro inizi a guardare alla Palestina, non come un simbolo di una parte politica – semplicisticamente chiamata comunista – ma quel che è: il perenne Olocausto provocato da Israele, e sempre impunito e ignorato da tutti i governi, in nome e per conto del dio danaro, al quale si sacrifica la vita umana, come se il mondo fosse tutto un tofet.
C’è da sperare che quella frase, quell’esortazione, “Restiamo umani” prenda davvero il senso limpido che ha, anche se forse bisognerebbe ammettere che è giunto il momento di “Tornare ad essere umani”.

Non dovrebbe morire un uomo giusto per ricordarcelo, non dovremmo avere bisogno di un eroe, di un sacrificio umano, per rivendicare la nostra umanità. Eppure ogni volta è così.

Di colpo il cadavere posato sulla pietra ridesta la nostra coscienza, ed è un risveglio breve, che si abitua, e che vuole fuggire sperando ogni volta che la barbarie non debba più compiersi.
Le immagini dei cadaveri ustionati dal fosforo bianco, di bambini e innocenti, ci toccano il cuore solo un momento, quello che riusciamo a non proibire a noi stessi, o forse è solo che dalla Palestina troppi ce ne sono giunti, prima che sparissero dalla TV o dai giornali.
L’Olocausto moderno, che ne uccide centinaia e migliaia, ma a piccole dosi, che non facciano rumore, e che possano lasciare a tacere i governanti, che a Israele vendono le armi, o gli spazi aerei in cui imparare a bombardare le case e le vite di chi tal volta la guerra la fa ancora con le pietre. Le vittime innocenti centellinate, così da far inorridire quando in Israele salta in aria un autobus, con altri innocenti, sacrificati anche loro – in fondo – allo stesso dio.

L’umanità nostra dovrebbe farci ricordare ogni volta che l’uomo uccide l’umanità, con le bombe mandate a pacificare, con quel ragazzo che prende una barca perché tanto sa nuotare, e non sa che dall’altra parte del mare nessuna umanità l’attende. L’umanità nostra che dovrebbe riconoscersi e non scacciarci.
Il fatto è che il senso dell’umanità si è persa come ci siamo persi noi, che siamo diventati solo numeri tra i numeri, folla tra la folla, che non si parla, non si ascolta, e nemmeno si guarda dentro un tram.
Ecco perché mi viene difficile credere che davvero si voglia Restare Umani, proprio ora che non lo siamo più da un pezzo.

E qua mi fermo, perché mi pesa il cuore, per una perdita, per il troppo spreco che facciamo di noi.

Rita Pani (APOLIDE)
http://r-esistenza-settimanale.blogspot.com/2011/04/lumanita.html



From the place he loved, in memory of Vittorio.
Posted on April 15, 2011 by msuliman|
Vittorio: (Vik, Victor, Victorio. Full name: Vittorio Utopia Arrigoni) a Palestinian martyr, only a bit braver, who was abducted and gruesomely killed at the hands of an Israeli-salafist gang on 14 April 2011. Later it happened that he was not dead: he was still living in the hearts of all Palestinians.

‎”Ween?” (the Arabic for “where”) was the first thing Vittorio ever asked me. He was looking for my phone number and sent me a FB message titled, “ween”. Today I ask him the same question: “ween?”

I can’t think of one reason that would make a “Palestinian” kill someone like Vittorio. A man who dedicated his life to fight injustice. A man who abandoned the luxury of Rome and came to one of the most turbulent regions in the world in order to expose Israeli atrocities committed against Palestinians. A man on whose right arm, the Arabic word for resistance “Moqawama” was brilliantly tattooed in big words. A hero in whose eyes there was a whole lot of unmistakable meanings of profound love, loyalty, hope, sacrifice, truth and courage. Vittorio has done for Palestinians in Gaza and the West Bank more than those who killed him. He was more Palestinian than many other Palestinians. Vittorio would have competed with Hamas rockets about who’s done more damage to Israel. He was such a nightmare for them that needed to be eliminated. Vittorio is a great disheartening loss to Palestinians, and Friday, 15 April is such an overwhelmingly melancholic day in the history of Palestine.

Vittorio is a man who loved Gaza, he loved Gaza’s land, its sea, and its sky. Two things Vittorio obviously loved to do: to wave the Palestinian flag, and to sing “Onadikum” (I call upon you!). Wholeheartedly, Vittorio sang, “Onadikum” time and again. He poured his heart out as he sang it. It’s probably the only thing he could say so fluently in Arabic.

Today, we took to the streets to tell the world how grieved we are at the loss of Vittorio, to convey a message to Vittorio’s family in Italy that in Gaza we are all Vittorio’s family. That We condemn in the strongest terms the shameful and outrageous act of abducting and murdering Vittorio by a bunch of criminals whom we disavowed the moment they had that vicious thought in their minds. We will not forgive those who betrayed Vittorio in the place he loved, the place where he felt most secure, where he would be angry to be treated like a foreigner. He warmly embraced our cause, so we will never stab him in the back. We’ll give him a warmer hug.

Today, though ridiculous I only wished Vittorio were alive to live this very day with us and see with his own eyes how much we all love him. We are all Vittorios.

Now that you moved to live in our hearts, we’ll become stronger and fiercer in the battle against occupation, humiliation and injustice. Vittorio. Such an inspiration to all of us. You taught us that life isn’t worth living if one isn’t ready to fight against its injustice, and that’s what gives it a meaning, that’s what makes it all beautiful. Now, empowered by your “memory”, we’ll carry on the fight together.

Vittorio wanted to fight injustice, but life was too unjust for him to fight.

‎”The injustice of it [life] is almost perfect! The wrong people going hungry, the wrong people being loved, the wrong people dying!” John Osborne.

Vittorio is one of the wrong people.

In memory of Vittorio Utopia Arrigoni
15 April 2011



Vittorio's tattoo on his arm: moqawama (resistance)

MUSICA PER IL NUOVO POPOLO